L'algerino ha mangiato qualcosina prima di entrare in campo, verso le 20.10, poi non si è limitato solo a contenere il regista del Napoli. La sua partita un capolavoro di gestione
E pensare che doveva essere soprattutto il distruttore. Distruttore di gioco altrui, ovvero l’estintore per spegnere le scintille di Lobotka. Un compito che dieci giorni fa Ismael Bennacer aveva svolto egregiamente. Così egregiamente da essere riproposto in duplice copia anche a San Siro. In vigilia Isma – come lo chiama l’allenatore – era ovviamente sicuro di giocare, ma chi stava fuori da Milanello non era altrettanto sicuro della posizione in cui l’avrebbe visto: nuovamente alto, nel salotto di casa Lobotka, o nella mediana formato classico accanto a Tonali, attendendo le incursioni di Zielinski? Buona la prima, anche perché la prima era stata una recita praticamente perfetta
Pioli ha riproposto lo spartito, che in realtà ha iniziato a funzionare soltanto dalla metà del primo tempo in avanti. Venti minuti da dimenticare, affannosi e affannati da parte di tutti, lui compreso. Col Napoli che schiacciava a tavoletta e aveva ampi spazi di gestione della palla. Isma, quando Diaz ha estratto dal cilindro il replay della magia esibita al Maradona, ha fatto ciò che si chiede a un centrocampista intelligente: semplicemente, ha seguito l’azione. Il cosiddetto rimorchio. E si è ritrovato al posto giusto nel momento giusto, quando Leao ha rimesso in mezzo, Diaz l’ha sfiorata e lui ha potuto armare il sinistro. La scarpa di Meret ha deviato, ma quel pallone era già entrato in buca.
BIORITMO
—Il gol che permette al Diavolo di presentarsi al secondo round di Napoli con un piccolo tesoro da proteggere si porta dietro anche un dietro le quinte speciale perché Bennacer è in pieno Ramadan. Che è iniziato il 22 marzo e terminerà il 20 aprile. Per chi come il centrocampista algerino è sia un praticante molto attento che uno sportivo professionista, non è esattamente una passeggiata. Osservare scrupolosamente il Ramadan significa digiuno – sia cibi solidi, sia liquidi – dall’alba al tramonto. Ci si nutre quindi dal tramonto all’alba, sovvertendo il consueto bioritmo. Per un calciatore significa adattare il corpo a un regime inconsueto e faticoso, dal momento che gli allenamenti ovviamente sono diurni. Ismael non è il primo e non sarà l’ultimo a dover adattare il suo lavoro ai dettami religiosi, però la delicatezza della situazione resta.